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dott. Giuseppe Di Marco
Specialista in malattie respiratorie
Diagnosi e cura delle malattie allergiche
"II vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s'accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d'altre terre".
Italo Calvino - Marcovaldo - 1963
Lamberto Boranga
Personaggio sanguigno, di estrema generosità, uomo decisamente fuori dagli schemi, sia da calciatore che non. Una personalità poliedrica, ragazzino scapestrato, grande portiere, contestatore della prima ora ma anche studente modello laureatosi in medicina a 38 anni mentre ancora giocava nel Parma di un giovane Carlo Ancelotti con un rispettabilissimo 106/110. Per Boranga peraltro questa fu la sua seconda laurea, ottenuta dopo quella in Biologia: un vero record per un calciatore.
Boranga è rimasto famoso oltre che per la sue parate nella fila di Perugia, Fiorentina, Reggiana, Varese, Parma e Cesena, anche per i tanti aneddoti che ne hanno connotato la carriera. Il mondo di Lamberto Boranga è quella del calcio di un tempo, del calcio ruspante fatto di pane e salame, del calcio di uomini mossi da passione e sentimento, e non da denaro, guadagni e maechandise come ormai oggi.
Spesso si faceva portare una tazzina di caffé dal massaggiatore che beveva a metà secondo tempo accanto alla porta con il gioco in corso.
Giocando nel Cesena di Marchioro sperimentò il training autogeno, usando il classico cappellino da portiere per un richiamo post ipnotico. Insomma una pratica che aiuta la concentrazione e che, nel caso specifico, prevedeva che Boranga si togliesse ad intervalli fissi il cappello, lo buttasse nella porta e poi lo raccogliesse per indossarlo di nuovo.
Nel 2003, a 61 anni, Boranga viene chiamato nella Maifredi Band, la squadra che replica in diretta "i goal" nel programma televisivo "Quelli che il calcio …".
Lamberto Boranga: caffè in campo e cappellino in testa
Un uomo, Boranga, che non rifiuta le sfide, che è stato goliarda irriducibile, clown da stadio e portiere duro e temerario, ragazzino scapestrato e studente preparato, uomo di cultura, poeta e scrittore, donnaiolo incallito, prima, e marito e padre modello, dopo. Calciatore, allenatore, dirigente. Personaggio pronto a menare la mani, spesso; allo scherzo, talvolta; a farsi prendere da tristezza e nostalgia, nel caso.
Verona – Parma del 16 marzo 1980, con Boranga fra i pali degli emiliani, è lui stesso che racconta:
"Il mio difensore Caneo fece un fallo su Vignola, quello che poi ha giocato nella Juventus e che mise su un teatrino mai visto. L’arbitro espulse del tutto ingiustamente Caneo a causa delle sceneggiate di Vignola. Si riprese il gioco con la punizione per il Verona, io uscii in presa alta e proprio Vignola mi colpì con una gomitata. Mi incazzai come una bestia ! Rinviai la palla, andai da Vignola e lo colpii con un cazzottane. Lui cadde di nuovo a terra, ma stavolta almeno c’era un buon motivo. Se dovesse ricapitare un’occasione simile lo rifarei. Anzi glielo darei più forte! Anche se poi fui espulso."
Aveva appreso da Albertosi il lavoro del guastafeste, il mestiere di chi vuole costantemente stare sulla linea di confine tra paradiso e inferno, di chi nell’area piccola può essere angelo e demone. Glielo aveva spiegato a Firenze, il grande Ricky: quella del portiere doveva essere un’arte, un’esigenza innata, una performance da reiterare domenica dopo domenica. Boranga aveva preso appunti e aveva deciso di rinnovare i concetti del suo illustre predecessore. giocava allora con la Fiorentina: tre anni a Perugia lo avevano lanciato come portiere acrobatico e muscolare, anche se Pesaola continuava a storcere il naso: "Boranga, qui giochiamo a pallone, non a rugby". Non la pensarono così Bobby Charlton, suo fratello Jack, George Best e tutta la crema del calcio mondiale, vestiti con le casacche rosse del Manchester United. Un torneo infrasettimanale con telecronaca diretta sulla tivvù inglese e Boranga esplode in una delle sue migliori partite in assoluto. Pesaola si ricrede, la stoffa c' è, poi Albertosi si infortuna e la strada si spiana​.
Con Giorgio Chinaglia traspose il pensiero in azione. Sbeffeggiò il ‘Long John’ laziale come mai nessuno aveva fatto, anticipandolo in uscita e lanciandogli il pallone sulla fronte: fu un atto irriverente, fu lesa maestà.
foto 1: Zoff, Gentile e Boranga - foto 2: Bornaga con Antognoni - foto 3: uno dei libri sulla vita di Lamberto Boranga
..... e poi c'è Lamberto Boranga medico, impegnato nella lotta al doping anche con l'esempio lampante di uno stile di vita salutistico.
"Alimentazione, allenamenti, sacrificio. Io l’ho capito tardi, prima ero molto trasgressivo. A 30 anni ho smesso di fumare, a 35 ho detto stop agli alcolici, a 45 ho smesso di mangiare carne. Sono in linea con Djokovic: ho tolto il glutine dalla mia dieta. I miei studi mi hanno avvicinato a sostanze antiossidanti, come la curcuma. Faccio una spesa biologica con soia, riso e pane integrale. Stimo molto Veronesi, è il capostipite dell’antinvecchiamento. Il mio segreto? Migliorarmi continuamente. Ogni anno faccio sempre qualcosa in più per non darla vinta alla vecchiaia. Sono un fissato, uno stakanovista. E' solo questione di mentalità: mi addormento presto, dormo almeno 7 ore, rispetto la dieta."
Alcuni anni fa il mondo del calcio andò in subbuglio per sue le accuse, sollevando un nuovo polverone sulla questione doping dopo avviato dalle dichiarazioni di Zeman.
''Dalla fine degli anni '70 al 1985 circa l'hanno fatta da padrone gli stimolanti, i cortisonici e poi c' era chi si prendeva le amfetamine. Poi ai miei tempi si faceva uso di anabolizzanti, e da lì a tutti gli anni '90 è stata l'era degli anabolizzanti. ma lo scopo non era quello di aumentare la massa muscolare. Iniezioni di medicine come il Dianabol ed il Decadurabolin venivano fatte, ma ogni quindici giorni e sempre a fini ricostituenti o antianemici a chi ne aveva bisogno. Gli anabolizzanti, d' altronde, erano consentiti. Ora il doppio controllo antidoping (sangue-urine) ha quasi fatto sparire gli anabolizzanti e siamo entrati nel tempo dell'Epo …..Qualche tempo fa un giocatore di serie A è venuto a chiedermi un parere sull' Epo ...... Le conseguenze di abuso di eritropoietina sulla salute degli atleti si vedranno fra una ventina d'anni ma posso tranquillamente dire già adesso, senza peccare di allarmismo, che saranno devastanti''.
“Il problema più greve nel calcio di oggi è dato dalla cocaina: c'è molta cocaina. Dopo 2 giorni che si è assunta la sostanza, è impossibile che i controlli rilevino tracce. Per riscontrarla si dovrebbe ricorrere all'esame del capello. "Se lo facessero, credo che i positivi sarebbero parecchi''.
Parole pesanti come pietre, provenienti da chi ha vissuto in prima persona l’esperienza del calciatore professionista e del medico.
Infine c'è Lamberto Bornaga atleta settantenne e i suoi record:
Oro campionati mondiali M70 salto in alto
Oro campionati europei salto in lungo
Oro campionati italiani M75 salto in lungo 3,94
Oro campionati italiani M75 salto in alto 1,27
Oro campionati italiani M75 lancio del peso
Record mondiale salto in lungo M60 5,47m
Record mondiale salto triplo M70 10,75
Record italiano salto in alto 1,61cm
Record italiano salto triplo 11,26m
Un uomo fortunato, che ha vissuto alla grande e che ha portato a termine tutti gli obiettivi che si era prefissato.
"L'istantanea più bella della mia vita? La laurea in medicina con i miei tre figli a guardarmi: non c’è foto più bella ..... Non mi sono pentito di avere lasciato la Serie A per il camice".
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