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"14 Ma se non mi ascolterete e se non metterete in pratica tutti questi comandi, 15 se disprezzerete le mie leggi e rigetterete le mie prescrizioni, non mettendo in pratica tutti i miei comandi e infrangendo la mia alleanza, 16 ecco che cosa farò a voi a mia volta: manderò contro di voi il terrore, la consunzione e la febbre, che vi faranno languire gli occhi e vi consumeranno la vita. "

Levitico, 26

La Tubercolosi nella Letteratura e nell'Arte

Nel XIX secolo, sotto il nome ‘mal sottile’ o ‘mal di petto’, la tubercolosi costituì il morbo del secolo, portando a morte, oltre a milioni di persone, musicisti come Chopin, poeti come Alfred de Musset, forse Giacomo Leopardi, di sicuro il toscano Giuseppe Giusti… Il poeta e letterato tedesco Wolfgang Goethe, dato per spacciato a causa della Tbc appena uscito dall’adolescenza, visse invece fino a 83 anni! Malattia sociale per eccellenza si alimentava oltre che delle vecchie ingiustizie tra le classi anche di quelle acquisite dalla recente rivoluzione industriale: l’urbanesimo e i suoi guasti; uno sfruttamento forsennato della classe operaia in fabbrica; gli orari di lavoro interminabili; le donne e fanciulli schiavizzati giorno e notte alla macchina in ambienti insalubri.

La tisi non poteva che rendersi largamente visibile nella letteratura dell’Ottocento, un secolo che dalla vita e dalla realtà del suo tempo trasse più di un robusto motivo di ispirazione. Inoltre per il perenne stato febbrile che determina, per l’apparizione del sangue, per l’esito spesso letale a cui è legata, la tubercolosi sembra stabilire intense consonanze con il sentire romantico proprio di quella età. Questi i principali motivi che possono spiegare la sua marcata “letterarietà” lungo tutto il secolo XIX e oltre.

Samuel Warren - Passages from the Diary of a Late Physician - 1832

 

Terribile, insaziabile tiranno! Chi può arrestare la tua avanzata, o contare le tue vittime? Perché attacchi quasi esclusivamente i più belli e i più ammirevoli della nostra specie? […] Per quale infernale raffinatezza hai escogitato di render sino ad ora vane le più importanti abilità della scienza, di sconcertare completamente gli insegnamenti dell’esperienza, e di renderti manifesta solo quando ti sei irrimediabilmente assicurata la tua vittima, e le tue zanne sono rosse del suo sangue? O angelo distruttore! Perché ti riproponi di abbattere così coloro che sono i primi della nostra umanità sofferente?

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Quando Stalin mandò Gor'kij da Mussolini

 

La vita in Russia è difficile. Stalin scatena una nuova ondata di persecuzioni. Nel 1931 lo scrittore decide di tornare a curarsi  a Sorrento nel 1931. Oltre alle ragioni di salute, ci sono sicuramente state motivazioni politiche, legale alla scelta dello scrittore di liberarsi dall’abbraccio soffocante del regime. Stalin gli concede di partire, sapendo che sarà ben controllato dalla polizia fascista.

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Luigi Pirandello - "L'uccello impagliato"

La produzione di Pirandello mette in luce il dramma dell’uomo contemporaneo, frammentato, senza certezze, alla ricerca di un ideale che ricomponga la sua «unità perduta». Il grande genio siciliano descrive la «perdita della centralità dell’uomo, l’avvento del relativismo culturale e l’affermazione dell’homo technologicus. Il genio siciliano comprese la cultura contemporanea tanto da anticiparne e coglierne gli sviluppi.
Il racconto indaga sui concetti di destino e di sorte e della impossibilità dell'uomo di opporsi. Per esplorare questo aspetto della vita umana utilizza la tubercolosi, una malattia che allora non prevedeva scampo per gli sventurati ammalati.

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Grandi artisti affetti da Tubercolosi

La tubercolosi epidemica scoppiò con l'arrivo della rivoluzione industriale: città in espansione, sporcizia e abitazioni affollate alimentavano la malattia. E il romanticismo fu una risposta al crescente squallore urbano che favoriva la diffusione della malattia: gli artisti evocavano un mondo bucolico e il classicismo per controbilanciare l'orrore. Più tardi, nel XX secolo, quando l'urbanistica ridusse il sovraffollamento, sia la tubercolosi sia il romanticismo si ritrassero.

Numerosi artisti, pensatori, intellettuali vissero questa esperienza di malattia e contribuirono a plasmare il relativo comune sentire.sentire comune. E la lista è davvero lunga. 

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Romanzi dai Sanatori

Prima il mito della tubercolosi come morbo redentore e poi quello del sanatorio come luogo di purificazione, hanno ispirato del' 800 e del '900.
Per numerosi autori, che hanno condiviso una comune esperienza in sanatorio, sia pure in tempi distanti tra loro e luoghi diversi, e un vissuto personale della malattia, l'ambientazione dei romanzi nei sanatorio della prima metà del '900 ha offerto un terreno privilegiato d'inchiesta sull'evoluzione del tema tubercolosi.

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Lizzie  Siddal, la musa dei preraffaelliti

Essere o apparire consunti era quasi una caratteristica distintiva del Romanticismo, lo stile espressivo di un'epoca, per cui la tubercolosi è stata anche definita la “malattia romantica”.

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La simbologia della Camelia da Dumas a Verdi

E’ singolare il fatto che le due opere che hanno reso celebre la camelia in letteratura e musica, "La signora delle camelie" di Dumas figlio e "La traviata" di Verdi abbiano cambiato il nome della protagonista che ama le camelia in due nomi di fiori: Marguerite (Dumas), simbolo di semplicità, innocenza, spontaneità, bontà, freschezza e purezza;  e Violetta (Verdi), simbolo di umiltà e modestia..

Image by Alejandro Cartagena 🇲🇽🏳‍🌈

Franz Kafka: la tubercolosi compagna di vita

Kafka viene accusato dal padre di inedia, di mancanza di volontà. L'assenza di impegno, incomprensibile per il padre, poteva derivare dall’idea dell’irrazionalità del vivere che affliggeva Franz.

Tuttavia questo suo atteggiamento apatico o di separazione dalla vita doveva necessariamente trovare una giustificazione, un alibi. 

Kafka sembra trovare così una via di fuga nella malattia.

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De Sica e il NeoRealismo

Durante un periodo di cura al sanatorio di Sondalo, una donna ha finalmente il tempo di pensare a se stessa, coltivare la lettura, farsi bella e innamorarsi di un giovane meccanico, anche lui ricoverato, dimenticando per un attimo la sua duplice condizione di sfruttata, sul lavoro e in famiglia.

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La scrofola e il tocco dei Re taumaturghi

"Questa malattia è chiamata scrofole, ma anche malattia regia in quanto la curano i re".

"Ho veduto con i miei occhi dei malati sofferenti di scrofole nel collo o in altre parti del corpo accorrere in gran folla per farsi toccare da lui, al quale tocco aggiungeva un segno di croce..."

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Karl Rosenkranz e "L'estetica del brutto" - 1853

Secondo Rosenkranz, stimato successore della cattedra di Kant, la malattia tende a suscitare il sentimento del brutto perché comporta sempre una trasformazione (o deformazione) nella regolarità del corpo sano:  l’identità tra bellezza e salute costituisce infatti uno dei principî fondanti della sua estetica.

Ma ammette anche casi in cui la malattia pare addirittura abbellire l’aspetto di chi ne è colpito. La tisi, o etisia o consunzione polmonare, figura tra questi mali sottratti alla competenza del brutto.

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Scapigliati, Crepuscolari e Futuristi

Gli "Scapigliati", ispirandosi alla vita disordinata e anticonformista degli artisti parigini, recuperarono le suggestioni del romanticismo straniero e diffusero il gusto del naturalismo francese. I poeti crepuscolari, proprio per la loro particolare sensibilità poeticasi ispirarono spesso al “mal sottile”. E, agli inizi del '900 la tubercolosi divenne una malattia così diffusa che faceva parte del quotidiano di tutti: ricchi, diseredati, uomini colti, operai ignoranti, donne nobili e povere massaie, e anche degli artisti: con il futurismo la tisi oltre ad argomento letterario diventa anche strumento artistico e metafora.

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La tubercolosi nella pittura moderna

Munch, Monet, Segantini, ed altri

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Dumas, Verdi, Puccini e la "femme fatale".

il tema della cortigiana colta e indipendente che soffre per la distanza morale che la divide dall'amante e quello della tisi, malattia romantica di moda, ebbero uno straordinario successo di pubblico, che crebbe ancor di più  quando la censura governativa concesse che quelle vicende dai libri venissero rappresentate anche a teatro.

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1905: Upton Sinclair sconvolge gli americani

“La giungla” di Upton Sinclair, con le sue descrizioni crude del mondo del lavoro senza tutele nelle fabbriche di carne, stravolge un’epoca generando un radicale cambiamento sociale, scuotendo dalle fondamenta l’intera nazione americana. A seguito di disordini scoppiati nel quartiere dei macelli di Chicago, l’autore ricevette da un settimanale socialista l’incarico di documentare le condizioni di vita degli operai impiegati nel trust della carne.

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Chopin: romanticismo tra musica e malattia

La sua condizione psico-fisica ha influenzato l'eccellente produzione artistica: come nessuno mai fino ad allora, Chopin seppe sottomettere il virtuosismo magico del suo strumento al servizio di una visione poetica tra le più singolari della storia musicale dell’epoca, con il risultato di sublimi, intense ed appassionate composizioni musicali.​

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Romanticismo e Verismo italiano

Nonostante lo spostamento dell' asse tematico dalla sfera sentimentale romantica alla "religione della roba" e al realismo psicologico verista, la malattia polmonare e il dramma ad essa legato influenzno l' eccellente produzione artistica della letteratura italiana.

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Dickens, Brontë e la letteratura anglosassone

Con Dickens la malattia diviene oggetto di contemplazione estetica; con Emily Brontë mezzo per esprimere passioni violente in un vortice di energia crudele, di orrore, di lotta e di ribellione. Entrambi comunque hanno  perfetta conoscenza dei moti dell’animo umano e inquadrano la condizione di donne e ragazzi imprigionati da un patriarcato ormai anacronistico.

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Il naturalismo francese

I romantici francesi si appropriano della tubercolosi e ne fanno un simbolo intellettuale dell'epoca: tisici gli autori, tisici i personaggi delle loro opere. La tubercolosi e l'amore diventano due elementi inscindibili: l'una malattia del corpo, l'altra malattia dello spirito.Inoltre non poteva non descrivere la la penosa esistenza dei vicoli e dei sobborghi di Parigi, le viscere febbricitanti di una periferia malsana, malata, e in definitiva condannata. 

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La letteratura russa

La morte protagonista: la morte dignitosa della povera gente e il miserevole crepare degli uomini ricchi in Tolstoj; la morte del giovane Alëša per spiegare ai coetanei l’importanza dell'esperienza e il ruolo dell'amicizia in Dostoevskij; la morte efficiente se paragonata al fallimento e all’impotenza della condizione umana in Checov.  Ovviamente la morte per tubercolosi.

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