dott. Giuseppe Di Marco
Specialista in malattie respiratorie
Diagnosi e cura delle malattie allergiche
"II vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s'accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d'altre terre".
Italo Calvino - Marcovaldo - 1963
La Scrofola e il tocco dei Re taumaturghi
"Di quella che volgarmente chiamasi malattia del re, a cagione della miracolosa guarigione che ne fa questo buon principe. Come ciò accada, il Cielo solo lo sa; ma quello che può da ognuno vedersi è, come il re sani una folla di travagliati, tutti luridi di piaghe, appendendo soltanto al loro collo una medaglia d’oro, e invocando in pari tempo sopra di essi le benedizioni del Cielo. Oltre a questo prodigio, l’Eterno gli ha accordato il dono della profezia; e il suo trono benedetto con mille voti e preghiere dice abbastanza di quanta grazia in faccia all’Essere supremo goda quegli che n’è possessore".
Macbeth, atto quarto - William Shakespeare 1623 - Traduzione dall'inglese di Carlo Rusconi (1858)
Enrico II di Francia che cura gli scrofolosi
miniatura del XVI secolo, biblioteca nazionale Parigi
Scrofola del collo
Byrom Bramwell, Atlante di Clinica Medica, 1893
Con il termine scrofola si intende nel linguaggio medico e scientifico l’infezione tubercolare dei linfonodi del collo, più correttamente definita come adenite tubercolare. E’ anche detta ascesso freddo perché la sede non è né arrossata né calda, benché i pazienti accusino comunque la febbre come tutti i malati di tubercolosi.
La malattia che adesso, almeno in occidente è in pratica scomparsa, era molto diffusa fino alla metà del 900 e per le tumefazioni purulente e le lesioni maleodoranti era motivo di mortificante emarginazione sociale.
Nel medioevo si affermò l’idea che l’unica possibilità di guarigione tale malattia (che spesso non era mortale e sovente guariva) era il “tocco regale”: un contatto della mano destra nuda del Re sulle piaghe dello scrofoloso. Le cerimonie di “guarigione” erano pubbliche, alla presenza di migliaia di persone. A esercitare questo vero e proprio potere taumaturgico erano soprattutto i re di Francia e d’Inghilterra, e la scrofolosi per secoli fu nota come Mal de Roi o The King’s evil, ovvero il «male del re».
La storia ebbe inizio nel Medioevo. I primi sovrani che iniziarono l’attività di cura della scrofolosi furono, in Francia, Roberto II il Pio e, in Inghilterra, Edoardo il Confessore. In Italia, alla fine del XIII secolo, si cimentò con successo nella singolare cura anche Carlo I d’Angiò, re di Sicilia e di Gerusalemme. «Questa malattia - afferma Gilberto Anglico, apprezzato medico medioevale nel suo Compendium medicinae , manuale della prima metà del secolo XIII - è chiamata scrofole, ma anche malattia regia in quanto la curano i re» Singolare la testimonianza, sulle misteriose guarigioni, di Gilberto, abate di Nogent-sous-Coucy, noto cronista del tempo, che, riferendosi al re di Francia Luigi VI, scrive:
«...ho veduto con i miei occhi dei malati sofferenti di scrofole nel collo o in altre parti del corpo accorrere in gran folla per farsi toccare da lui, al quale tocco aggiungeva un segno di croce...».
Elemento essenziale del rito è il contatto della mano destra nuda del monarca sulla piaga infetta dell’ammalato: «...poi con la mano destra tocca i malati». Senza questo contatto o “tocco” la guarigione non era ritenuta possibile. Ogni paziente toccato riceveva dal sovrano una “moneta del tocco” in segno di benevolenza.
La pratica era molto diffusa al punto che gli storici hanno scoperto che Edoardo I d’Inghilterra arrivò a toccare 1700 persone e Filippo IV il Bello, Re di Francia, 1300. Luigi XIV, il Re Sole, nella sola giornata di Sabato Santo del 1666 il sovrano toccò ben 800 persone affette da scrofolosi.
«Il Re si confessava in pubblico cinque volte l’anno: il Sabato Santo, la vigilia di Pentecoste, il giorno dell’Assunzione, quando la confessione era seguita da una gran messa, la vigilia di Ognissanti e la vigilia di Natale... e ogni volta toccava gli ammalati...».
Le cerimonie erano sempre precedute da un’ampia informazione ufficiale, da parte delle autorità religiose locali, alla popolazione.
Anche gli altri sovrani francesi, nonostante il mutato contesto politico, non furono da meno nel loro impegno taumaturgico. Luigi XVI , marito di Maria Antonietta d’Austria, ultimo re prima della rivoluzione, toccò ben 2.400 ammalati di scrofolosi, con tanto di certificati medici che attestavano in diversi casi la guarigione a seguito del tocco reale. La sua attività fu fermata dalla rivoluzione che lo condannò alla ghigliottina. La singolarissima modalità di cura continuò nei secoli successivi al Medioevo e godette di un ampio consenso, anche da parte dei medici fino al ‘700, quando prima nacque lo “spirito razionalista” che tentò di trovarne una spiegazione razionale e dopo i Lumi che rinunciarono alla ricerca e dichiararono molto semplicemente che: “il miracolo non esiste”.
Di fatto ebbe temine solo quando in Francia, Carlo X, travolto dalla nuova ondata rivoluzionaria del 25 luglio del 1830, decise di non rinnovare più il misterioso rito regale della guarigione di massa.
incisione di scrofola in età infantile - donna anni 78 - Marzo 2022
William Shakespeare - Macbeth (1623) - atto quarto - Traduzione dall'inglese di Carlo Rusconi (1858)