dott. Giuseppe Di Marco
Specialista in malattie respiratorie
Diagnosi e cura delle malattie allergiche
"II vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s'accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d'altre terre".
Italo Calvino - Marcovaldo - 1963
Lizzie Siddal
Elizabeth Siddal
Dante Gabriel Rossetti, 1854, Delaware Art Museum
Più di ogni altra malattia, la tubercolosi, consunzione, tisi, scrofola o mal sottile, ha plasmato la storia sociale e culturale dell'Europa del XIX secolo. Il suo impatto epidemiologico a inizio Ottocento era devastante: a Londra una persona su quattro ne moriva. L'impatto fu rilevante anche sull'immaginario artistico, con autori più o meno famosi che esprimevano la loro creatività commentando la malattia attraverso la pittura, il romanzo, la poesia e l'opera. Essere o apparire consunti era quasi una caratteristica distintiva del Romanticismo, lo stile espressivo di un'epoca, per cui la tubercolosi è stata anche definita la “malattia romantica”.
Elizabeth Eleanor Siddal (1829-1862), consunta modella, pittrice e poetessa, fu un'icona per la sua generazione. Le donne malate assumevano un aspetto profondamente anemico, dovuto a perdita di sangue e ferro; così le donne sane e attente alla moda si affamavano e imbiancavano chimicamente la pelle, per assumere un aspetto simile. Si credeva in una "spes phthisica", una sorta di euforia mescolata alla depressione nelle fasi terminali della malattia, e si pensava potenziasse la creatività mentale.
Ophelia
John Everett Millais, 1852, Tate Gallery, Londra
Lizzie Siddal è ricordata come l'Ofelia annegata nella pittura del preraffaellita John Everett Millais (1829-1896).
Il pittore iniziò l’opera a Ewell, nel Surrey, nel giugno del 1851 e vi lavorò per circa sei mesi allo sfondo, dipingendolo centimetro per centimetro al cospetto di prati e ruscelli, indagando scientificamente le specie vegetali. Ritemprato dal soggiorno in campagna e dalla conseguente libertà da obblighi artistici e sociali, Millais ritornò al Londra in dicembre, con la tela completata, salvo che nella parte centrale, rimasta in bianco nell’attesa dell’inserimento del soggetto shakespeariano.
La modella prescelta fu proprio Lizzie, modella, poetessa, pittrice e futura moglie di Dante Gabriel Rossetti. La giovane ragazza (figlia di un negoziante di ferramenta e ammirata per i suoi lunghi capelli rossi, oltre che per la sua singolare bellezza), fu scoperta da Walter Deverell, associato americano dei Preraffaelliti.
Millais la fece posare per circa quattro mesi in una vasca da bagno riscaldata da una lampada nel suo appartamento in Gower Street, con l’intento di realizzare un’immagine autentica della sventurata amante di Amleto, annegata nel celebre dramma teatrale. Ma prima di procedere con la puntigliosa precisione che glie era consueta, l’artista elaborò diversi studi preparatori, anche di singole parti del corpo e solo successivamente diede vita alla figura dipinta dal vero.
Tuttavia, per ironia della sorte, in una sola delle tante sedute di posa, la lampada che riscaldava la vasca da bagno si spense e l’acqua gelida fu la causa di una grave bronchite che colpì Lizzie, minandone la cagionevole salute, già segnata dall’abuso di laudano (una sostanza stupefacente di uso medico che veniva usata anche come droga e di cui ne fu vittima lo scrittore Edgar Allan Poe). L’accaduto fu il pretesto che spinse il padre della ragazza a ritenere responsabile Millais, minacciandolo di agire legalmente se non avesse pagato personalmente le spese mediche necessarie alla guarigione della figlia.
La Siddal viaggiò molto per motivi di salute. Quando nel 1860 sposò finalmente Rossetti, aveva alle spalle già molte delusioni: il pittore fissava infatti la data delle nozze e poi all'ultimo secondo la rinviava. Lo stress di questo comportamento accentuò lo stato depressivo di cui la donna soffrì per tutta la vita. Nel 1861 diede alla luce un bambino nato morto. Dalla depressione scaturita da quest'evento, la donna non si riprese più: il marito, poco tempo dopo, la trovò morta nel suo letto.
Tornando al dipinto, esso con la sua patetica eroina e il lussureggiante fogliame ritratto nel momento di massimo rigoglio, è un emblema dell’approccio dei Preraffaelliti alla natura, alla psicologia e alla narrazione di soggetti storico-letterari. Il momento scelto dal pittore è tratto dalla settima scena del IV atto della tragedia shakespeariana citata, in cui la regina Gertrude ricorda la morte della giovane Ofelia, impazzita a seguito dell’omicidio del padre, avvenuto per mano dell’amato Amleto, e successivamente annegata nel fiume mentre era impegnata a intrecciare ghirlande di fiori:
C’è un salice che cresce storto sul ruscello e specchia le sue foglie canute
nella vitrea corrente; laggiù lei intrecciava ghirlande fantastiche di ranuncoli,
di ortiche, di margherite, e lunghi fiori color porpora cui i pastori sboccati danno
un nome più indecente, ma che le nostre illibate fanciulle chiamano dita di morto.