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dott. Giuseppe Di Marco
Specialista in malattie respiratorie
Diagnosi e cura delle malattie allergiche
"II vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s'accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d'altre terre".
Italo Calvino - Marcovaldo - 1963
Vittorio Camardese
Chet Baker e Vittorio Camardese
Renzo Arbore e Vittorio Camardese:
testimoni alle nozze di Nicoletta Costantino, Maggio 1966. Vittorio alle spalle della sposa.
Nella Roma della ‘Dolce vita’ si parlava di un dottore che suonava la chitarra ‘con cento mani’. Camardese suona con Romano Mussolini e Irio De Paula. Si divide tra la carriera di medico ed la vita notturna all'insegna del jazz frequentò due storici locali romani: il Music inn e il Folk Studio. Diventa amico del grande trombettista Chet Baker che ospita spesso a casa propria, e di Renzo Arbore che non riuscirà mai a convincerlo di intraprendere la carriera artistica.
Vittorio Camardese e Minnie Minoprio
Fiora Guidi, Vitorio Camardese, Pupa Guidi e Ursula Andress
Nasce a Potenza nel 1929 e frequenta il liceo classico. Nei pomeriggi passati verso la fine della seconda guerra mondiale per le viuzze della cittadina di provincia, Vittorio impara a strimpellare la chitarra, regalatagli dal barbiere del quartiere, per accompagnare i fratelli Carmine e Mario rispettivamente alla batteria e alla chitarra.
Terminato il liceo, Vittorio si trasferisce a Roma con una borsa di studio per frequentare Medicina. Fu compagno di studi del giornalista e medico Gianni Bisiach e allievo del chirurgo Pietro Valdoni. Lavorò come stimato radiologo al San Filippo Neri col prof. Giacobini, e poi al Policlinico Umberto I di Roma, col. prof Gualdi. “Aveva un’eccezionale dedizione per la professione, che per lui era stata una grande conquista, e allo stesso tempo una enorme passione per la musica.
Le informazioni che abbiamo su di lui sono state raccolte e diffuse da Roberto Angelini, figlio della sua compagna e diventato musicista.
Non amava i riflettori, non ha voluto mai registrare niente di ufficiale della sua musica convinto che la registrazione non rendesse giustizia al suo stile e non ha voluto intraprendere una carriera musicale, perché a quei tempi era vista come una scelta poco seria e oltretutto a Vittorio non piacevano i risvolti della ‘vita da artista’. Non accolse neanche l'invito del maestro Morricone di trascrivere il suo originale modo di suonare. Non volle mai provare una chitarra elettrica per paura di prendere la scossa. Rifiutò persino di andare a suonare in America per paura di volare.
Fece la sua prima apparizione in tv a “Primo Applauso – 1958” dove vinse il primo premio: un televisore. Le altre rarissime apparizioni televisive in RAI con Arnoldo Foà (“Chitarra, amore mio – 1965”) e con Renzo Arbore (“Speciale per Voi – 1973”) rivelano un uomo dal carattere schivo e modesto. E così la troppa pressione che l'andare in onda gli metteva lo convinsero a rifiutare successivi inviti.
“È una tecnica mia, ho sempre suonato cosi”, dice il radiologo ospite in prima serata RAI. “Può darsi che insegni questo nuovo sistema di suonare la chitarra a tutto il mondo”, è la proposta entusiasta di Foà. “Dice? È troppo per me !”, risponde Camardese.
Oggi Vittorio Camardese è ricordato da tutti come “Dr tapping”. Un titolo attribuito ad un artista straordinario, pioniere di quella tecnica diventata elemento fondamentale nella chitarra moderna. Un uomo di cui si rischiava di perdere la memoria, ma che invece può raccontare tanto della musica, della responsabilità del talento, della paura del successo, ma anche dell’Italia e delle radici che tengono ancorati al terreno invece di spingersi a prendere il volo e crescere lontano.
Molto prima che la parola ‘tapping’ entrie nel gergo dei chitarristi superveloci degli anni ’80, molto prima che Eddie Van Halen utilizzi questa tecnica diventando uno dei più influenti chitarristi della storia del rock, Vittorio Camardese la inventa da bambino-autodidatta nell'angolo della bottega di un barbiere lucano, e la sviluppa negli anni. Sotto le sue dita le note si moltiplicano, in un’apparente polifonia di strumenti, quando con la mano destra percuote le corde sulla tastiera dello strumento, invece di pizzicarle. la sua tecnica
Nella totale assenza di maestri interpreta lo strumento come meglio gli riesce ed è così che per ovviare alla mancanza di accompagnatori contrabbassisti fa di necessità virtù ed inizia ad accompagnare le linee melodiche con delle linee di basso suonate in maniera percussiva.
Biran May e Joe Satriani elogiano Vittorio Camardese
Aveva il carattere che hanno le persone speciali, era "ammalato di sensibilità", come diceva lui. Purtroppo ha vissuto gli ultimi anni caratterizzati da una profonda depressione. Un invisibile di grande presenza.
Vittorio Camardese nella sua vita è stato un medico; certo, un medico che preparando le lezioni per le sue docenze universitarie, lo faceva mettendo i libri sul leggío e la chitarra sulle ginocchia, ma pur sempre un medico.
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