top of page

“Nel passato ho avvertito un po’ di diffidenza. Quando ebbi il grande successo di “Intorno ai trent’anni” chiesi a Vincenzo Mollica come mai il TG1 non mi nominasse mai, e lui mi disse che c’era un direttore che rispondeva: «Locasciulli? Quello o fa il medico o fa il cantante!»”.

locasciulli.jpg
Locasciulli 2.jpg

Era il 1980 e il mio fraterno amico, mai dimenticato e futuro avvocato di successo Peppe Corso, mi mostrò il Qdisc appena comprato: "Quatto canzoni di Mimmo Locasciulli". Da poco tempo la RCA aveva messo in commercio una collana di EP (33 giri con solo 4 canzoni e dal costo contenuto). Ne approfittai subito per smaltire una musicassetta C60 che non aveva la capacità per contenere un intero LP (abitualmente registrati su un lato di 45 minuti di una C90). Ricordo ancora lo stupore quando seppi che l'autore era un medico e ascoltai con più attenzione il disco che conteneva una perla: "Piccola Luce"

In Mimmo Locasciulli abruzzese classe ’49, medicina e musica, se pur due discipline decisamente distinte, trovano molti punti di contatto. Da un lato la professione medica l’ha portato a una brillante carriera, e a dirigere un reparto importante dell’ospedale Santo Spirito di Roma. Dall’altro la musica è stata una passione nata fin da bambino, che l’ha reso uno dei protagonisti nell’ambito della scena musicale italiana, con una carriera lunga quasi cinquant’anni. Lo confessa lui stesso parlando del suo libro autobiografico “Come una macchina volante”, nel quale raccontando infanzia e giovinezza, e fa ben percepire bene la sua  anima divisa tra la professione di medico e quella di musicista:
 

Le due anime sono agli antipodi, ma si incontrano: da una parte la conoscenza e la pratica scientifica, dall’altra la fantasia, l’immaginazione, la poesia. Ma anche la medicina è un’arte, un’arte umana che prevede e pretende sensibilità e sentimento, a meno che non si voglia interpretare la professione medica  esclusivamente in chiave di affermazione sociale e economica”.


L’anno della svolta artistica è per Mimmo. Locasciulli, all'epoca 26enne, si laurea, inizia il lavoro in ospedale, si sposa e realizza il suo primo ellepì al Folkstudio a Trastevere, che inaugura un'etichetta discografica. Così racconta:

​

“Nel tempio del cantautorato romano, dove suonavano Venditti, De Gregori, Guccini, Stefano Rosso, ho cominciato suonando due, tre canzoni la domenica, chitarra e voce, per poi tenere gli spettacoli serali da unico protagonista. E una sera vennero a sentirmi i produttori di Riccardo Cocciante e mi proposero il contratto con la RCA. Così è iniziata la mia carriera professionale nella musica”.

​

“Nella famiglia ho trovato appoggio, complicità, solidarietà. Sono cresciuto con l'esempio di mio padre, Guido Locas, che negli '50 e '60 cantava al teatro Pomponi a Pescara e più volte è stato ospite di trasmissioni radiotelevisive come "Sette note", presentata da Baudo. A casa nostra si ascoltava musica non banale: Nat King Cole, Pat Boone, Frank Sinatra, Bing Crosby. E io avevo cominciato a studiare pianoforte a 5 anni, poi a 14 lasciai perdere per mettere su il mio complessino beat, suonavamo alle feste, nei locali, anche nei night, Tortuga, la Racchetta, la Silvanella. E così, anche se dall'età di 14-15 anni già sapevo che sarei diventato medico, un giorno andai a Pescara e fingendo di avere 18-19 anni comprai un organo elettronico firmando cambiali. Mio padre se la prese col venditore e me lo sequestrò promettendo di farmelo usare a condizione che avrei fatto il mio dovere a scuola. E quando, a Roma per finire gli studi universitari, il Folkstudio giovani dove avevo iniziato a suonare era segnalato nei tamburini, io comparivo come tale Mimmo Ferri, perché non volevo che mio padre pensasse che non studiavo. Ma lui ha sempre approvato e ammirato i miei esiti musicali. Sono diventato medico perchè in una famiglia di veterinari, medici, biologi, una madre insegnante di filosofia e con una ricchissima biblioteca che io frequentavo assiduamente, ho scelto la scienza. E non cambierei nulla di quello che ho fatto.”

​

Mimmo Locasciulli dirige il reparto di Day hospital chirurgico dell’ospedale Santo Spirito di Roma, e come tiene a precisare “non sono un dietologo, ma un nutrizionista. E sono anche un dilettante della musica: la mia prima attività è sempre stata quella di medico”.

locasciulii 3.jpg

“Il cinema rappresenta una grande fonte di ispirazione nella mia musica. Nel cinema Ariston di Penne gestito da mia zia Memena, ho passato l'infanzia; lo inaugurarono a metà anni '50 e chiuso 25 anni fa. Per questo mi piace Tom Waits: è molto cinematografico. Nei testi delle mie canzoni mi piace descrivere le situazioni a flash e zoomate, come in un film”.

bottom of page