dott. Giuseppe Di Marco
Specialista in malattie respiratorie
Diagnosi e cura delle malattie allergiche
"II vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s'accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d'altre terre".
Italo Calvino - Marcovaldo - 1963
Il sanatorio più grande d'Europa
il “Villaggio Sanatoriale Morelli” di Sondalo in Valtellina - Sondrio
Sorge a sondalo quello che fu il più grande sanatorio d'Europa, costruito dal governo fascista tra il 1932 e il 1940.
Lo pneumologo di Teglio Eugenio Morelli fece eseguire nel 1928 un’analisi sulle condizioni metereologiche dell’area sondalina, grazie alle quali convinse tutti che Sondalo era il luogo ideale per realizzare un sanatorio. In 8 anni furono costruiti 9 padiglioni in grado di ospitare sino a 300 malati ciascuno. Si dice che per realizzare il quarto padiglione gli architetti si fossero addirittura ispirati alle corazzate di Benito Mussolini.
Fu identificato un sito ai piedi del Monte Sortenna per costruire l’imponente complesso. I tecnici furono guidati dal professore Morelli, il primo in Italia ad organizzare una seria lotta contro la tubercolosi dal 1928 e impegnato a Roma come alto consulente per l’organizzazione antitubercolare dell’INFPS, l’Istituto Nazionale Fascista di Previdenza Sociale.
In zona già funzionava sin dal 1901 il primo sanatorio italiano, un piccolo gioiello liberty: la “Pineta di Sortenna”, fondato dal dottor Ausonio Zubiani.
i viadotti che collegano gli edifici
la Portineria. I colori degli edifici come anche a Paimio, Finlandia
Il complesso ospedaliero “Villaggio Sanatoriale Morelli” venne realizzata come un vero e proprio “villaggio” (ancora oggi questo è il termine con cui i Valtellinesi chiamano l’Ospedale) autonomo e autosufficiente, è ancora adesso impressionante per dimensioni e architettura: una decina di grandi palazzi costruiti sui ripidi pendii boscosi a mille metri di altitudine nello stile razionalista in voga negli anni ‘30, con terrazze lunghissime programmate per far stendere al sole il maggior numero di malati. Ci sono poi diversi edifici di servizio, collegati con tunnel, viadotti e teleferiche, con una centrale termica e anche una chiesa. I padiglioni erano immersi in una vegetazione boschiva di conifere e larici, e i collegamenti tra un edificio e l’altro erano realizzati tramite dei sentieri attrezzati con panchine per la sosta e parapetti, e giardini perfettamente curati, oggi purtroppo in abbandono.
Accoglieva migliaia di malati di tubercolosi, oltre a centinaia fra medici, infermiere, cuochi, operai e impiegati, che in moltissimi casi si sono trasferiti definitivamente in Valtellina provenendo da tutta Italia. Tanto che in una terra di emigrazione come la Valtellina Sondalo fu il solo comune che in quel periodo di povertà ha attratto nuovi abitanti, raddoppiandone il numero in pochi decenni: dai tremila del 1931 agli oltre seimila del 1971.
Una volta debellata la tubercolosi, il Villaggio ha perso di importanza e ora solo pochi padiglioni sono ancora utilizzati come ospedale, con un ottimo reparto di pneumologia, unico lascito della precedente tradizione.
Durante il conflitto mondiale per salvare il patrimonio artistico dai bombardamenti alleati su Milano, vennero trasferite in gran segreto nel sesto e settimo padiglione alcune importantissime opere d’arte da Brera, dal Castello visconteo e dalle pinacoteche di Brescia e Bergamo.
Così prestigiosi ospti del sanatorio furono: nel sesto e nel settimo padiglione furono ospitati in gran segreto di Rubens, Tintoretto Carpaccio, Gentile Bellini, Giovanni Segantini e altri.
i giardini
una rotonda
giardino del ponte
la scala centrale della "portineria"
le inconfondibili balconate
Il primo sanatorio d'Italia
la “Pineta Sortenna” di Sondalo in Valtellina
Nel 1903 venne realizzato il primo sanatorio italiano, il sanatorio di Pineta di Sortenna, che rappresenta un interessante esempio di architettura Liberty. Voluto dal dottor Ausonio Zubiani, fu realizzato dall’architetto Giuseppe Ramponi. Questi assecondò le teorie medico-scientifiche di Zubiani e le tradusse con un linguaggio architettonico che rompeva gli schemi tradizionali dell’ architettura ospedaliera, generalmente severa e pesante, progettando una struttura agile, disposta sul versante boscoso del Monte Sortenna. La facciata, grazie alla presenza di verande e terrazze per l’esposizione all’aria, presenta una struttura a cellule traforate che dona all’edificio un’impressione di leggerezza.
La struttura interna si presenta con un leggiadro vestibolo ottagonale che immette in un luminoso soggiorno. Da qui, attraverso una porta a vetri, si entra in un ampio giardino. Il tutto è disposto su un unico asse, lungo una piacevole galleria che accompagna subito lo sguardo di chi entra verso l’esterno, verso un orizzonte di natura dolce e suggestiva.
Purtroppo i rimaneggiamenti anche recenti hanno notevolmente alterato la struttura originaria sia all'interno che all'esterno. Sopravvivono alcuni interessanti elementi che speriamo vengano adeguatamente tutelati.
Oggi la struttura è un centro spirituale gestito dalle Sorelle della Misericordia e, durante la stagione estiva, ospita un ricco calendario di conferenze e visite guidate dedicate a questa struttura particolare.