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PERSONAGGI FAMOSI CHE CONVIVONO CON L'ASMA

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Pink

PINK
La popstar americana, in una intervista a Women's Healt ha dichiarato di essere un'asmatica e di praticare attività fisica: un'ora di cardio e un'altra di P90X perché "devo essere in grado di salire le scale ogni volta che lo devo fare e di cantare allo stesso tempo, perché sono asmatica". Ma poi, alla domanda sulla sua dipendenza da fumo, sinceramente confessa: "Fumare non è affatto carino. Ho iniziato quando avevo 9 anni. È orribile. Odio l'odore, il sapore. Odio stare con le persone quando fumo. Odio tutto al riguardo. Sono un fumatore asmatico che canta! Ma per qualche ragione, lo considero l'ultimo pezzo rimasto di me prima di tutto questo [fama e successo]. Ho decisamente tagliato col passato. Vorrà dire che la sera, quando uscirò per bere un bicchiere di buon vino, mi farò razionare le sigarette. Ma non fumo a casa."
Alecia Beth Moore, alias Pink, ha anche subito un ricovero, nel 2006, a causa di una brutta crisi asmatica.

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Marcel Proust

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“un bambino che sin dalla nascita respira senza averci mai badato non sa quanto sia essenziale alla propria vita l’aria che gli gonfia così dolcemente il petto da non averlo nemmeno notato. E se, durante un accesso febbrile, una convulsione, stesse per soffocare? Nello sforzo disperato del proprio essere è quasi per la sua vita che lotta, è per la sua quiete persa che può ritrovare solo con l’aria, da cui non sapeva di essere inseparabile”.  Marcel Proust - L'indifferente - 1893

 

Per tutta la sua vita Marcel Proust visse circondato da medici e farmaci a causa dell’asma che lo colpì sin da bambino, creando in lui uno stato di malattia perenne ai limiti dell’ipocondria, che condizionò la sua vita ed anche la sua scrittura. Aveva nove anni quando passeggiando per il Bois de Boulogne, a Parigi, ebbe il suo primo gravissimo attacco di asma. così la madre descriveva i severi attacchi che scandirono il ritmo dei suoi giorni:

“Un attacco di asma di incredibile violenza e tenacia: tale è il bilancio deprimente della notte che ho dovuto trascorrere in piedi...”.

Gli diagnosticarono l’asma da fieno e lo sottoposero a cauterizzazioni nasali (la bruciatura dei capillari del naso, che di solito si esegue per fermare il sanguinamento nasale) pensando di impedire così l’azione del polline. L’intervento si rivelò inutile e, alla prima gita in campagna, Proust fu assalito da un nuovo attacco d’asma.

Proust, dovette cambiare abitudini per gestire l’asma: odiava gli spifferi, stava lontano dalle signore profumate e non aveva simpatia per il fumo dei sigari o il vapore emesso dalle locomotive. Prima di andare a letto Celeste Albaret, la sua governante, ogni sera gli cambiava le lenzuola. Lui indossa il pigiama di lana dei Pirenei e dormiva con una borsa d’acqua calda sulla pancia. Scriveva seduto sul letto con le gambe in alto, a mo’ di scrittoio. Céleste  temperava tutte le matite, e nel caso ne cadeva qualcuna a terra, lui non doveva abbassarsi per raccoglierla. Aveva messo il sughero alle pareti serviva sia a insonorizzare l’ambiente, sia a evitare l’accumulo di polvere e pollini. Proust soffriva d’asma e di allergie.In tutta la stanza c’era materiale per inalazione, per combattere le frequenti crisi d’asma, e per di più era piena di zolfo e piena di fumo, tanto che gli ospiti non riuscivano a vedere bene.

A proposito di ospiti, così Jean Cocteau, letterato e amico di Proust, racconta com’era entrare in quella casa e l’interrogatorio di Celeste: “Signor Cocteau, lei per caso ha stretto la mano, o ha baciato una signora che ha odorato un fiore? No? Ma mica ha incontrato una persona che ne aveva baciato un’altra che aveva toccato un fiore?”

Di certo ammalarsi in giovane età a fine Ottocento era una sventura inimmaginabile e nonostante la medicina dell’epoca avesse fatto passi da gigante, concepiva ancora il corpo umano come una serie di ingranaggi delicati, la cui minima alterazione avrebbe segnato permanentemente il fisico e l’anima dello sventurato. Nel 1880 non si sapeva ancora cosa fosse la difesa immunitaria, e l’organismo umano era percepito come “inerme” di fronte alla maggior parte delle patologie. Il povero Marcel si ritrovò ad essere considerato con un piede nella fossa ancor prima di arrivare ai dieci anni di età. Questo lo spronò verso un grado quasi estremo di ipocondria, creando in lui una sfiducia generale nei confronti dei medici che non riuscivano a curarlo, nonostante il padre ed il fratello di Marcel fossero patologi conosciuti e rispettati negli ambienti universitari dell’epoca.

Il 18 novembre 1922, quando si diffuse la notizia della morte di Marcel Proust, avvenuta a soli 51 anni d'età, questa venne inizialmente accolta con incredulità. La sua morte era stata infatti annunciata già molte altre volte, e Proust si era creato tra i conoscenti la fama di essere un malato, se non immaginario, almeno molto eccentrico. In realtà lo scrittore gravemente malato contrasse una polmonite che gli fu fatale, anche perché Proust, pur lamentandosi molto del suo stato di malattia, non si atteneva alle indicazioni dei medici che gli consigliavano uno stile di vita meno logorante, come se in realtà lo scrittore non volesse guarire.

L'evento della malattia ha avuto una gran rilevanza nella scrittura di Proust: si può infatti osservare che la sua letteratura è stata per certi aspetti l'opera di un malato, al punto che pose la malattia stessa al servizio della scrittura. L'asma e la paura di soffocare (entrate definitivamente nell'arte per opera di Proust) avrebbero infatti modellato la sua sintassi e lo stile, determinando così la struttura e il ritmo delle frasi della sua opera letteraria. “Proust scriveva come respirava”.

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Elija Hewson - Inhaler

ELI HEWSON
Gli Inhaler sono una band di Dublino il cui frontman è  Elijah Hewson, figlio di Bono Vox cantante degli U2.
Hanno adottato un nome anche piuttosto interessante, Inhaler. Ma cosa sta a significare? Lo dice lo stesso Eli in un'intervista: "Ho avuto l’asma per un po’ di anni la gente ha iniziato a chiamarci Inalatori (tradotto da Inhalers). Era qualcosa che ci piaceva molto e sembrava giusto chiamarci così, da una nostra (anzi mia) difficoltà”.
Sembrerebbe strano che cantante possa fare il proprio lavoro avendo un problema di asma. Pensate infatti a cantare, magari a squarciagola davanti a migliaia di persone, raggiungendo le note più alte o più basse, sapendo di avere l’asma. Vi sembra impossibile?. Invece no. Questa è l'ennesima prova che l'asmatico può fare tutto, soprattutto se cura bene la propria malattia utilizzando i farmaci appropriati: gli inalatori !

Paul Scholes
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David Beckham

DAVID BECKHAM
Un piccolo grande segreto che solo pochissimi conoscevano: David Beckham soffre di asma da quando è bambino. Nonostante la sovraesposizione mediatica del campione inglese e una lunga carriera ai massimi livelli, solo al termine della finale di Mls del 2009 tra la sua squadra i Los Angeles Galaxi e il Salt Lake City le telecamere hanno immortalato per la prima volta Becks ricorrere ad un inalatore per bloccare un violento attacco di tosse. Alla fine della partita il suo procuratore Simon Oliveira dichiarò ai giornalisti: "David soffre di asma da quando è bambino ma, ovviamente questo non ha mai condizionato le sue prestazioni. Non lo ha mai detto pubblicamente, ma se il suo esempio può ispirare chiunque si trovi nelle stesse condizioni tanto meglio".
PAUL SCHOLES
Anche l'ex centrocampista del Manchester United e adesso allenatore Paul Scholes soffre della stessa malattia ma anche per lui non è stata un ostacolo per raggiungere i più alti livelli agonistici: un giocatore capace di sconfiggere il pesante gap fisico che madre natura gli aveva affibbiato in tenera età, per poi diventare una vera e propria leggenda. Quella di Paul Scholes è una storia di volontà, resilienza e caparbietà, contornata da un talento infinito coltivato giorno dopo giorno con il duro lavoro.
Il calcio nelle vene sin da bambino nonostante l'asma, una patologia che mal si sposa con uno sport fatto di corsa e fiato. Le parole dei medici pesano come un macigno: "Non diventerà mai un calciatore".
Eppure quel ragazzino gracile, asmatico e lento non rinuncia al suo sogno e a 14 anni riesce a farsi notare dall'Academy dei Red Devils, dove accelera i tempi della propria crescita fino alla chiamata di Sir Alex Ferguson, che nel 1994 lo manda in campo per la prima volta contro il Port Vale in una partita di Coppa di Lega. E' il debutto di un predestinato: Scholes segna addirittura una doppietta, affacciandosi nel migliore dei modi nel calcio dei grandi.
Disse Gary Neville, altra bandiera dello United: "Se mi avessero chiesto quale sarebbe stato il futuro di Scholes, avrei detto: come può essere un giocatore da Manchester United? Era così piccolo, così leggero. Non aveva grande energia. Non aveva forza. Lo si poteva buttare giù facilmente perché era davvero leggero. Aveva l’asma. Non poteva davvero correre molto. Non è mai stato veloce, e non ti avrebbe mai battuto per il ritmo. Guardavi gli altri giocatori e pensavi che Scholes non aveva le qualità fisiche per fare il calciatore".
Poi però succede qualcosa nella testa del giovane Paul: smette improvvisamente di bere birra e di mangiare torte il venerdì. In tre anni cambia completamente. La società iniziò a vederlo come un vero calciatore. Lo stesso Ferguson: non ci può credere quando nel giro di pochi mesi passa da essere senza forze e senza fiato, a quello che corre più di tutti; e nel giro di pochi anni al più forte di tutti.
Paul Scholes è ritenuto quasi all'unanimità uno dei centrocampisti centrali più forti della propria generazione, e non solo in Inghilterra, nonostante abbia dovuto convivere con una fastidiosa asma per tutta la sua carriera.

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Paula Radcliffe

PAULA RADCLIFFE
La maratoneta inglese e atleta olimpica Paula Radcliffe ha iniziato durante l’infanzia quella che sarebbe diventata una passione per tutta la vita. Ha iniziato a correre. Poi, da adolescente, le è stata diagnosticata l'asma da sforzo o, come piace dire agli specialisti, EIA (in inglese Exercise Induced Asthma). La diagnosi non ha impedito a Radcliffe di allacciarsi le scarpe da corsa. “Non credo che l’asma abbia influenzato la mia carriera, semmai mi ha reso più determinata a raggiungere il mio potenziale”, ha detto Pula in un'intervista su asma UK. “Se impari a gestire l’asma e prendi il farmaco corretto, non c’è motivo per cui non dovresti essere il migliore”.
Paula ha partecipato a quattro Olimpiadi, ha vinto l’oro della maratona ai Campionati del mondo nel 2005, 3 volte la maratona di New York e 3 volte quella di Londra. 
Ha detenuto per 17 anni (2002-2019) il record mondiale della maratona femminile col tempo di 2:15:25.

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Joseph Pilates

Joseph Pilates nacque nel 1883 in Germania a Mönchengladbach. Il papà di origine greca (cambiò in suo cognome da Pilatu in Pilates) fu un discreto sportivo e la mamma, tedesca, una neuropata .
Joseph era un bambino magro e malaticcio, soffriva di asma e aveva il “petto cagionevole”. Nella ricerca biografica non c’e nulla che confermi che Pilates avesse malattie quali rachitismo e febbre reumatica, ma che era un bambino fragile dovuto all’asma e a nient’altro.
I suoi problemi fisici lo portarono a studiare attentamente e con grande determinazione il corpo umano e come rinforzarlo e rinvigorirlo attraverso l'esercizio fisico. Il medico di famiglia gli regalò un vecchio libro di anatomia dal quale iniziò a studiare tutte le parti del corpo. Grazie alla sua perseveranza, giaÌ€ a 14 anni ottenne i primi risultati del suo impegno: il suo corpo era diventato talmente atletico e armonioso che egli posoÌ€ come modello per tavole didattiche di anatomia.
Nemmeno ventenne si trasferì in Inghilterra per lavorare nel circo e nelle palestre. Allo scoppia della grande guerra venne internato in un campo di prigionia e lavorò in un ospedale militare. In questo periodo iniziò a studiare lo stato psico-fisico delle persone e a ideare e applicare una serie di esercizi destinati ad essere fatti in uno spazio ridotto e limitato: era nato quello che poi, dopo l’approdo in America nel 1926, avrebbe preso il nome di “Metodo Pilates”.
Nel suo studio utilizzò macchine da lui create che permettevano l’esecuzione corretta degli esercizi e la loro ripetibilità: 2 lettini (Cadillac e Reformer) e 2 sedie (Wunda e Barrel).

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Il grande merito di Pilates fu quello di saper utilizzare al meglio due visioni della salute molto differenti: la mediterranea e l’orientale.
Le sue radici greche lo portarono a studiare e rifarsi alla ginnastica, al culturismo, la lotta e ai metodi di allenamento dei Greci e dei Romani, popoli antichi che erano riusciti a raggiungere l'equilibrio ideale tra corpo, mente e spirito. Poi fu chiaramente influenzato dalla pratica di discipline orientali quali lo yoga, il Tai Chi e la meditazione Zen.
Queste diverse metodiche di allenamento furono combinate però ad un attento studio della biomeccanica del corpo e del movimento innocente, semplice e essenziale dei bebè e dei gatti, caratteristiche che si ritrovano negli esercizi, cui è sempre abbinato il corretto utilizzo della respirazione.
Quello che oggi chiamiamo il Metodo Pilates in realtà fu chiamato dal suo creatore Contrology, poiché basata su sequenze di movimenti precisi, controllati e ripetibili, che sono alla base del metodo.
 
Il Metodo Pilates racchiude tutti gli strumenti necessari per aiutare i pazienti asmatici in quanto è una tecnica di rieducazione al movimento, formata da esercizi profondamente legati al miglioramento della postura e in grado di ripristinare e aumentare la flessibilità e la forza muscolare, migliorando la respirazione.
Considerato come un esercizio chiaramente anaerobico (lento o moderato) nell'ottica di rieducare la meccanica respiratoria funzionale del paziente, gli esercizi di Pilates vanno sempre accompagnati da un istruttore qualificato, cercando progressivamente di ottenere benefici nei propri allievi .
 
Il metodo di allenamento creato da Joseph H. Pilates è fondato su 6 principi fondamentali:  concentrazione, controllo, baricentro, fluidità del movimento, precisione, respirazione.
La respirazione è un atto biologico fondamentale, necessario per fare arrivare ossigeno nel sangue che poi lo porta a tutti i muscoli e agli organi del nostro corpo, al fine di svolgere efficacemente le loro funzioni. L’ossigeno è una sorta di combustibile necessario alla vita.
Il Pilates è un ottimo metodo di attività fisica ed è adatto a chi soffre di asma poiché si basa sulla rieducazione respiratoria, sulla postura e sul condizionamento fisico.
Poiché un fattore limitante per lo svolgimento dell'attività fisica nelle persone con asma è la rigidità toracica, gli esercizi sono utili per mobilizzare i muscoli respiratori con l'obiettivo di aumentare la mobilità, attivare e rieducare i muscoli intercostali responsabili della l'espansione del torace. Durante l’esecuzione degli esercizi si inspira attraverso il naso e si espira attraverso la bocca, cosa che l’asmatico non è portato a fare naturalmente, anzi, nei pazienti con asma, lo schema respiratorio è solitamente l'opposto.
L'esecuzione dei movimenti deve essere sempre accompagnata da una corretta respirazione, espirando nel momento di maggior sforzo. Inoltre il metodo Pilates aiutando a migliorare la postura porterà anche benefici sulla la meccanica respiratoria.
Questo può essere ottenuto attraverso esercizi speciali, cercando di recuperare le curvature naturali della colonna vertebrale, evitando così una pressione inadeguata nella cavità toracica.
Gli esercizi di tipo respiratorio hanno anche un importante supporto psicologico che aiuta a ridurre l'ansia che provano le persone asmatiche.

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