dott. Giuseppe Di Marco
Specialista in malattie respiratorie
Diagnosi e cura delle malattie allergiche
"II vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s'accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d'altre terre".
Italo Calvino - Marcovaldo - 1963
SPIROMETRIA
SPIROMETRIA DOPO BRONCODILATATORE
DIFFUSIONE DLCO
La spirometria è l’esame che valuta come funziona il nostro apparato respiratorio: permette di misurare quanta aria contengono i nostri polmoni e come questa aria si muove attraverso i nostri bronchi, cioè di valutare se i nostri bronchi sono aperti o chiusi da malattie ostruttive come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o l’asma, se i nostri polmoni sono iperdistesi come nell’enfisema polmonare o ristretti, come nelle fibrosi polmonare. Con la spirometria viene misurata quanta quanta aria riusciamo a inspirare ed espirare con uno sforzo massimale e la velocità con cui riusciamo a muoverla.
SPIROMETRO
Lo spirometro è un apparecchio costituito da due strumenti e un calcolatore
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l'orologio del computer che misura il tempo (in secondi);
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il pneumotacografo che misura quanta aria esce o entra nel nostro sistema respiratorio (in litri o frazioni di litro);
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il calcolatore (computer) calcola quanta aria esce in un secondo, quindi la velocità (che per l'aria si chiama flusso).
Mediante la valutazione dei volumi d'aria e dei flussi lo specialista valuta la funzionalità ventilatoria di bronchi e polmoni.
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Per eseguire una buona spirometria non è necessaria alcuna preparazione specifica. Basta seguire con attenzione le indicazioni di un operatore preparato a ciò. Già un bambino in età scolare, dai 5 anni in su, può eseguire una buona spirometria.
Per lo svolgimento della spirometria il paziente viene fatto sedere e invitato a respirare, attraverso un boccaglio monouso, in uno strumento (pneumotacografo misuratore dell'aria) connesso con l’apparecchio.
Il paziente dovrà compiere prima alcuni atti a volume corrente, poi una inspirazione massimale riempiendo totalmente i polmoni di aria e quindi una espirazione forzata gettando fuori l'aria in maniera esplosiva e continuare per almeno 6 secondi fimo a svuotarsi completamente d'aria.
Si eseguono più prove finché se ne abbiano almeno 3 riproducibili e quindi si sceglie la migliore per la stampa e la refertazione.
RISULTATI, REFERTO, INTERPRETAZIONE
La stampa dell’esame deve riportare i valori numerici migliori e i grafici delle relative curve. I dati saranno comunque memorizzati per consentirne la futura consultazione. Il referto deve essere redatto dal medico e non prodotto automaticamente dal software; deve riportare le generalità del lavoratore e tutte le informazioni utili per l’interpretazione dell’esame, quali etnia, BMI, abitudine tabagica etc.
Nel referto sono anche presenti i valori di riferimento utilizzati, chiamati "teorici", che sono i valori di volumi e flussi che ci aspetteremmo per un paziente di quella razza (noi europei siamo "caucasici"), sesso, età, peso e altezza. Il computer ci dice quanto i dati del paziente si scostano dai teorici di riferimento.
Grossomodo i risultati oltre l'80% del valore atteso sono considerati normali. Ovviamente lo specialista valuta i valori anche in relazione tra loro e compila il referto utilizzando le conoscenze mediche e valutando la storia clinica del paziente.
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PARAMETRI SPIROMETRICI PIU' IMPORTANTI
FVC - Capacità Vitale Forzata: tutta l'aria che il paziente riesce ad espellere
FEV1 - Volume Espiratorio Forzato nel 1° secondo: l'aria che il paziente riesce ad espellere nel 1° secondo
PEF - Picco di Flusso Espiratorio: (il flusso è una velocità) la velocità più alta con la quale il paziente espelle l'aria (all'inizio della espirazione)
FEV1/FVC: il rapporto tra l'aria espulsa il 1° secondo rispetto al totale (detto anche "Indice di Tiffeneau")
Nella spirometria sopra lo spirometro si aspettava una FVC di 3,82 litri e il paziente ha espirato 3,21 (84% del teorico). Si aspettava anche FEV1 2,97 litri e invece ha registrato solamente 1,73 (60,1% del teorico).
Questo esame rileva un deficit che è di tipo ostruttivo poiché il FEV1 è ridotto molto di più del FVC: 60,1 / 84. Tant'è che il loro rapporto (FEV1/FVC) è il 73,2% del teorico.
SPIROMETRIA DOPO BRONCODILATATORE
Quando si vuole valutare la capacità dei bronchi di ri-allargarsi si esegue una spirometria prima e dopo la somministrazione di un farmaco broncodilatatore (Ventolin). Si scopre così se questa bronco-ostruzione è reversibile (in modo completo o parziale) o irreversibile. Una buona risposta al farmaco è caratteristica del paziente asmatico; una cattiva risposta fa propendere per una BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), caratteristica del paziente fumatore.
Lo stesso paziente dopo aver assunto 4 spruzzi di Ventolin esegue una seconda spirometria.
L'apparecchio rileva un notevole incremento di tutti i volumi e dei flussi. Ma il valore più importante e significativo è l'incremento del FEV1 che è passato da 1,73 a 2,15 litri (quindi +24,5%). Questa è la prova che il deficit ostruttivo rilevato in precedenza è reversibile, e quindi si propende per la diagnosi di ASMA.