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dott. Giuseppe Di Marco
Specialista in malattie respiratorie
Diagnosi e cura delle malattie allergiche
"II vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s'accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d'altre terre".
Italo Calvino - Marcovaldo - 1963
Allergia la Nichel
Il nichel è un metallo che si trova in natura nel suolo, nell’acqua, nell’aria e nella biosfera. Viene utilizzato in combinazione con altri metalli per formare leghe. La maggior parte della produzione mondiale di nickel è utilizzato per la produzione di acciaio inossidabile. Molti oggetti di uso quotidiano lo contengono, ed è presente anche in detersivi, saponi e cosmetici. A causa di questa esposizione a largo spettro è la principale causa di dermatite allergica da contatto nella popolazione generale. Si può diventare allergici a qualsiasi età, ma più frequentemente nella terza decade di vita, e si può continuare ad esserlo per molti anni, o per tutta la vita.
L’allergia si presenta il più delle volte nella classica forma clinica della DAC , la dermatite allergica da contatto.
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DIAGNOSI
La presentazione clinica più conosciuta è la dermatite allergica da contatto (DAC). Una dermatite causata dal contatto con il nichel è di solito facile da riconoscere: si manifesta come un eczema locale limitato a localizzazioni cutanee in stretto contatto con gli oggetti contenenti il metallo, come i lobi delle orecchie (orecchini), polso (orologi), collo (collane), l’area sotto ombelicale (bottoni in metallo dei jeans, fibbie). Il volto e il cuoio capelluto possono essere colpiti dal contatto con i telefoni cellulari, occhiali in metallo, piercing e fermagli per capelli.
La diagnosi di dermatite allergica da contatto al nichel si ottiene con il patch test, che è un esame specifico che dimostra le reazioni locali di ipersensibilità cellulo-mediata ritardata. In pratica si riproducono la modalità di esposizione del paziente al metallo, cioè il contatto con la pelle. Il patch test esprime solo uno stato di sensibilizzazione e di un risultato positivo non è necessariamente un indicatore di malattia clinica; la sensibilizzazione allergica non sempre significa allergia, e deve essere valutata di caso in caso. I questa forma clinica i provvedimenti terapeutici sono mirati ad evitare il contatto diretto con il metallo.
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SNAS, sindrome sistemica allergica al nichel - NICHEL E CIBO
Il Nichel è presente nel suolo e nell’acqua, ed è assorbito dagli organismi viventi, piante e animali, che sono fonti di cibo per gli esseri umani. Il nichel è quindi presente nella maggior parte dei componenti di una dieta normale. Il contenuto di nichel nei prodotti ortofrutticoli (0,5-5 mg / gr) è in media quattro volte superiore a quella di carne, latte, latticini, uova e altri alimenti di origine animale (0,1-5 mg / gr). Tuttavia, il contenuto di nichel in uno specifico cibo può variare ampiamente, a seconda del contenuto di nichel nel suolo (compresa tra 5 e 500 mg / gr) e acqua (tra 5 e 100 mg / litro). A seconda dei tipi di terreno, dell’uso di fertilizzanti e pesticidi, della contaminazione del suolo da rifiuti industriali e urbani, della distanza da fonderie. Il contenuto di nichel della frutta e verdura varia anche a seconda al clima e della stagione, con un massimo di concentrazione di in primavera e un dimezzamento in estate. Per queste ragioni, i dati sul contenuto di nichel in singoli alimenti spesso sono contraddittori; per lo stesso motivo, l’assunzione giornaliera di nichel è molto variabile tra diverse popolazioni, ma anche nel singolo individuo. Misurare con precisione l’assunzione giornaliera di nichel da alimenti e bevande è estremamente difficile, anche perché solo una parte di nickel assunto con il cibo, 1- 10%, è assorbito nel tratto gastrointestinale; l’assorbimento è ridotto dal la ingestione contemporanea di vitamina C e ferro. I diversi studi concordano nello stabilire che l’assorbimento medio giornaliero è di 0,2 – 0,6 mg. Il fabbisogno minimo giornaliero è stimato a circa 50 microgrammi (0,05 mg) ed è coperto da una dieta normale, in particolare dall’assunzione di frutta e verdura e cereali, seguiti da grassi e latticini.
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TEST DI PROVOCAZIONE ORALE CON NICHEL
Il test di provocazione orale Il test di provocazione orale con Ni (TPO Ni) si rende necessario per poter stabilire la diagnosi di SNAS nei pazienti con DAC da Nichel.
Una volta ottenuta una sufficiente remissione della sintomatologia con la dieta povera di Ni, è necessario ricorrere al test di esposizione orale, che tende a riprodurre il quadro sintomatologico in seguito all’assunzione orale di dosi progressivamente crescenti di Ni. Innanzitutto, bisogna tenere presente che il Ni dosato negli alimenti non corrisponde al Ni usato nei test di esposizione orale per i quali viene usato solfato di nichel. Tale test, dato il rischio di effetti collaterali che può comportare, è opportuno eseguirlo sempre in ambiente ospedaliero. Per eseguire il test di esposizione orale con il Ni, al paziente vengono somministrate dosi crescenti di NiSO4 partendo dalla dose di 1,25 mg, raddoppiando la dose ogni settimana fino ad un massimo di 10 mg. Oltre tale limite il test è ritenuto aspecifico.
Il test, finalizzato a riprodurre in vivo i sintomi lamentati dal paziente nel periodo precedente la restrizione dietetica, prevede l'assunzione del Ni sotto controllo medico e l'osservazione clinica per almeno 3 ore. I disturbi evocabili sono generalmente di lieve-media entità (prurito, orticaria, dolori addominali, diarrea); in alcuni casi può rendersi necessario il trattamento con antistaminici, steroidi o antispastici per favorirne la remissione.
La comparsa di sintomi SNAS durante la provocazione individua la dose di scatenamento del paziente. In caso di positività viene confermata la diagnosi di SNAS. È fondamentale l'osservanza rigorosa della dieta low-Ni nel periodo di esecuzione dei test di provocazione per evitare false positività. Qualora il paziente non presenti un beneficio significativo dalla dieta o in caso di test di provocazione orale con il Ni negativo si predispone la liberalizzazione del regime alimentare e si programmano eventuali accertamenti supplementari (visita gastroenterologia, valutazione dermatologica, ecc…).
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DIETA A BASSO CONTENUTO DI NICHEL
Il nichel è ampiamente distribuito negli alimenti, ma a concentrazioni variabili; gli elenchi di alimenti con alto contenuto di nichel disponibili in letteratura sono discordanti e difficili da confrontare, e le soglie di concentrazione mg/kg considerate per definire un alimento “ricco di nickel" può variare dal superiore a > 0,5 mg / kg per la Food Administration Svedese, allo > 0,03 mg / kg o superiore allo > 1,0 mg / kg in due diversi studi italiani. Fonti di ingestione sono l’acqua potabile, se contaminata da nichel, in particolare la prima acqua che esce dai rubinetti di mattina, ancora di più se calda, e il fatto di bere a stomaco vuoto. Inoltre, anche se molto controverso, il primo impiego di nuove pentole o padelle anche se in acciaio inox, in particolare durante la cottura di cibi acidi, così come i cibi in scatola per la possibile erosione dei contenitori metallici. Infine, da sottolineare il contributo del fumo di sigaretta, in quanto una sigaretta può contenere 1-3 mg di nichel. Un’analisi delle diete esistenti in letteratura evidenzia un consenso sulla necessità di evitare cacao e cioccolato, piselli, lenticchie, soia, fagioli e arachidi, crostacei, nocciole e noci, avena e grano integrale e alimenti in scatola.
Sui pomodori, ci sono pareri discordi, anche per la possibilità che, essendo un alimento acido, possano facilitare il rilascio di nichel da pentole in acciaio inox e padelle. La durata della dieta è ben definita per la fase diagnostica (uno a due mesi); la fase terapeutica. dovrebbe essere continuata per almeno sei mesi, nonostante il fatto che l’allergia al nichel possa persistere tutta la vita. Nelle raccomandazioni dovrebbe essere inserita la necessità di astenersi dal fumo.
La dieta a basso contenuto in Nichel deve essere prescritta dallo specialista e riguarda soltanto una minoranza dei pazienti con allergia da contatto: quei casi in ci la dermatite tende a diffondersi oltre le zone di contatto con metalli e talvolta ad associarsi a disturbi gastrointestinali in risposta ad ingestione di alimenti ricchi di (SNAS). In alcuni casi di disturbi gastrointestinali che non hanno altre motivazioni certe, può essere utile verificare la composizione della propria dieta, ad esempio se si introducono quotidianamente alimenti quali legumi, farine integrali e frutta secca , magari accompagnati da the verde per motivi salutistici o per regimi vegetariani. Decidere di modificare le proprie abitudini alimentari può essere fatto per un breve periodo, d’accordo con il medico curante e/o lo specialistia, per verificare se i disturbi possono essere attribuiti alla dieta.
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ALLERGIA AL NICHEL, IL VACCINO
Per alcuni casi selezionati di pazienti con grave allergia da contatto o con SNAS diagnosticata lo specialista allergologo può decidere di prescrivere un trattamento iposensibilizzante che attraverso la somministrazione di minime dosi di Nichel, mira a ripristinare la tolleranza al Nichel riducendo i sintomi e il consumo di farmaci, senza dover ricorrere a restrizioni potenzialmente dannose per la salute.
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